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Savino Del Bene fa acquisizioni in Germania: «Perché resta un pilastro dell’Europa» di Alessandra Puato

«Gli scambi commerciali non si fermano, è un mercato imprescindibile», dice il vicepresidente esecutivo Fabio Nocentini. L’azienda ha rilevato la Seabridge Transport per consolidarsi sul territorio tedesco

Savino Del Bene fa acquisizioni in Germania: «Perché resta un pilastro dell’Europa» di Alessandra Puato - L'Economia del Corriere della Sera
Savino Del Bene fa acquisizioni in Germania: «Perché resta un pilastro dell’Europa» di Alessandra Puato - L'Economia del Corriere della Sera

da L’Economia del Corriere della Sera, 2 dicembre 2024
Articolo di Alessandra Puato 

 

«Si dice che la Germania vada in recessione o che c’è già — nota Fabio Nocentini, vicepresidente esecutivo della Savino Del Bene —, ma resta un mercato imprescindibile, c’è molto spazio per crescere. Non si può non esserci». La Savino Del Bene, di mestiere, sposta le merci. È la multinazionale toscana che muove i container: acquista i contratti di servizio dalle compagnie marittime e li rinegozia con i clienti, come la grande distribuzione. Nata nel 1899, con 340 uffici in 60 Paesi e 2,7 miliardi di ricavi nel 2023, fa spedizioni via mare, via cielo, via terra, lavora nella logistica integrata. Negli ultimi due anni, dopo il Covid, ha assunto mille persone toccando i 6 mila occupati e ha concluso 12 acquisizioni. I suoi conti, che due anni fa hanno goduto dell’impennata dei prezzi della logistica, continuano a registrare la grande mole degli scambi tra l’Europa e il resto del mondo.

 

Il parametro dei consumi

 

Perciò non c’è da stupirsi se Nocentini, 59 anni, figlio di Paolo che è presidente, ceo e cavaliere del lavoro, usa un parametro particolare per capire se in un Paese valga la pena di investire o no: quanto il Paese consuma. Per la Germania l’indicatore è positivo. Significa che si possono acquistare imprese tedesche, anche ora che Berlino rallenta. «La Germania è sempre un pilastro del commercio europeo, continua a fabbricare Porsche e a consumare molto. Il movimento merci rimane alto, con volumi importantissimi». La Kraft americana compera il latte in Germania, la Cnh i componenti, segnala l’imprenditore. Certo, il rischio di «non riuscire a fare business», c’è sempre. Per scongiurarlo, «bisogna avere strutture operative buone e un’efficiente rete commerciale». E se qualche contraccolpo potrà esserci, sarà assorbito: «Semmai aumenteranno un po’ i tempi di pagamento, ma non tanto da metterci in difficoltà».

 

Volumi e noli

 

È con questa logica che la Savino Del Bene, che è in maggioranza della famiglia Nocentini e ha nel capitale al 23% Remco Holding (gruppo Aponte di Msc), il 29 ottobre ha annunciato di avere rilevato la Seabridge Transport di Amburgo. «È una mossa strategica per consolidare ulteriormente la presenza sul mercato tedesco — nota Kpmg, che segnala il caso nel suo rapporto sull’M&A Italia-Germania —. L’operazione s’inserisce nel piano di crescita della multinazionale». In Germania, la Savino Del Bene è focalizzata sul mercato farmaceutico, i prodotti a temperatura controllata, l’automotive, i macchinari. Ha iniziato a espandersi nel 2002 e non si è fermata. Dal 2012 al 2021 ha aperto quattro filiali: Francoforte, Düsseldorf, Stoccarda e Brema. Nel 2022 ha inaugurato l’ufficio ad Amburgo. Quest’anno ha acquisito la Seabridge Transport che, dice una nota, le apre «un importante mercato in import dall’Asia», mentre oggi i volumi maggiori sono mossi via mare nell’export per gli Usa.

 

Leader nell’export

 

«Le nostre acquisizioni vanno a supporto di una crescita organica — dice Nocentini —. Su tutti i prodotti per l’export la Savino Del Bene è leader per quantità di merce trasportata». Lo scorso anno il gruppo di Scandicci ha movimentato 735 mila Teu (twenty-food equivalent unit, l’unità di misura dei container) via mare e 87 mila tonnellate per via aerea. «Vorremmo arrivare entro il 2026 a spostare un milione di Teu», annuncia l’imprenditore. Obiettivo rilevante dopo un 2023 che ha reso evidente l’anomala impennata dei ricavi della logistica nel 2022. Il fatturato dello scorso anni di 2,7 miliardi, infatti, pur significativo (con 178 milioni dichiarati di margine operativo lordo e 120 milioni di risultato netto, l’Italia copre il 43% dei ricavi), è quasi la metà rispetto ai 4,5 miliardi dell’anno prima (con 424 milioni di Ebitda e 300 milioni di risultato netto). Insomma, il giro d’affari non riflette i volumi, che restano alti: perché il costo dei noli è sceso.

 

Fatturato in linea

 

«Nel 2022 i noli marittimi erano impazziti — dice Nocentini —. Un container La Spezia-Houston, per esempio, da 2 mila dollari poteva salire a 10 mila. Le compagnie marittime hanno fatto il budget del secolo, la domanda era altissima. Ora la situazione è tornata quasi alla normalità».
Il fatturato della Savino Del Bene per questo 2024 è atteso «in linea con il 2023», benché l’anno sia partito con più pessimismo. L’effetto Suez, per esempio, sugli spedizionieri è positivo: la contrazione del traffico navale sul canale dopo gli attacchi degli houthi aumenta i tempi d’attesa dei clienti, disposti a pagare di più pur di avere la merce in magazzino quando serve.

 

Informatica e dazi

 

In questo complesso 2024 il gruppo non sembra quindi attendersi sorprese, anche perché, dice l’imprenditore, «abbiamo molto diversificato sia i prodotti sia i clienti». Oggi la Savino Del Bene fornisce anche servizi doganali, soluzioni di information technology, assicurazioni per le merci viaggianti. E il reparto interno It in cinque anni ha raddoppiato il personale: «Siamo più di 100, ci serve un’informatica molto evoluta». L’incognita dei dazi americani annunciati da Donald Trump non sembra preoccupare perché, dice Nocentini, «il film dei dazi l’abbiamo già visto, ma l’America consuma tanto, dovranno importare sempre. Se ci fosse una crisi dei consumi negli Usa, quella sì che avrebbe un effetto vero sull’Europa. Se loro comperano meno si ferma tutto».

 

La Borsa «non è nei piani»

 

L’accesso ai mercati finanziari resta sullo sfondo. Se in passato, infatti, l’azienda è stata quotata, ora la Borsa «non è nei piani», dice Nocentini. Che ai tre figli, Jessica di 32 anni (cuoca), Riccardo di 19 (studente) e Johara (14), non necessariamente coinvolti nel passaggio generazionale, trasmette un messaggio: «Gli affari vanno bene ma la situazione esterna è tesa. Bisogna essere in azienda tutti i giorni, non si può fare i figli di papà».

 

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